Manifesto

La Sociologia, materia di straordinaria importanza ed attualità, nel nostro paese ha una presenza fondamentale ma latente e spesso confinata al dibattito intellettuale, accademico o al parere occasionale, finanche prestigioso, su casi e tematiche di contingente interesse popolare.

Eppure la Sociologia, individuata, approfondita e determinata come scienza del comportamento sociale alla fine del XIX secolo da luminari come Vilfredo Pareto, Émile Durkheim e Max Weber, ha la possibilità e la capacità di estrapolare dati, elaborarli e trarne le conclusioni con metodo scientifico, indirizzando le scelte e le risposte alle problematiche derivanti dai grandi cambiamenti in atto, sempre più tumultuosi e pressanti per la nostra nazione e per l’Europa intera.

L’analisi comportamentale dei cambiamenti della società italiana dopo la seconda guerra mondiale, il boom industriale, l’abbandono delle campagne, le rivolte sociali, le sfide delle autonomie, la crisi della politica tradizionale, la questione del grande movimento migratorio, la crisi demografica e la complessa partecipazione alle scelte dell’Europa hanno ricevuto sicuramente supporto per le scelte di politica industriale e di sviluppo produttivo nazionale, ma questa preziosa risorsa professionale, per esprimere al meglio le proprie capacità scientifiche e non essere ridotta a mero indirizzo di studio universitario, necessita di un riconoscimento istituzionale consolidato che ne sancisca il ruolo indispensabile e funzionale nella società italiana.

Questo è il motivo che ci spinge a proporre una legge che consenta l’istituzione dell’Ordine dei Sociologi, con il correlato Albo Professionale.

Il primo riconoscimento del Sociologo quale professione ci fu solo nel 2013, in ossequio agli indirizzi in materia emessi dalla Comunità Europea. Contestualmente, nella promulgazione di svariate normative in materia sociale e sociosanitaria, la figura del Sociologo è stata dimenticata ed espunta, proprio quando la presenza di una metodologia scientifica ad ampio raggio risulterebbe indispensabile per una progettazione del sistema e degli interventi in favore dei cittadini: siamo convinti che l’applicazione di un metodo sociologico consenta l’uso di nuovi strumenti applicabili nel campo sociosanitario, che favorisca la partecipazione attiva dei cittadini nel miglioramento della qualità dei servizi e la proposta di nuovi modelli di welfare. Una corretta lettura sociologica dei fenomeni favorisce la sperimentazione di procedure necessarie per ridurre diseguaglianze e contrastare la marginalizzazione sociale, sostenendo i processi di inclusione. Riteniamo indispensabile la qualità del Sociologo nella predisposizione degli strumenti urbanistici sia generali programmatici che locali esecutivi, ponendo attenzione alle politiche ambientali e al contrasto di ogni forma di abuso e danno del territorio, senza frenare un corretto sviluppo delle attività di crescita virtuosa coerente con i bisogni dei cittadini.

Ci sono stati tentativi di riconoscimento giuridico del ruolo professionale del Sociologo: Legge 11 gennaio 2018, n. 3, la legge Lorenzin, che ha dato attuazione ad una indicazione normativa prevista nel dlgs 502/92, istituendo all’art 5 l’Area delle professioni socio-sanitarie, indicando i primi quattro profili che la compongono: assistente sociale, operatore socio-sanitario, educatore professionale e sociologo. C’è stata poi la L.106/2021, che ha identificato l’inquadramento normativo, anche dei sociologi, nel ruolo sociosanitario nell’ambito del SSN, e, soprattutto, c’è la recente Legge Regionale n. 16/2023.

La LR 16/2023 ha istituito il Servizio di Sociologia del territorio, per garantire ai cittadini della Regione Campania l’accesso alle prestazioni sociali attinenti alle discipline sociologiche, nel sistema dei servizi sociali della Regione, che, peraltro, è già stato attivato in via sperimentale dai sociologi dell’Ans Campania: è questo il primo vero grande passo verso la definitiva istituzionalizzazione di una professione così fondamentale che interpreta la figura del sociologo quale elemento fondamentale per la crescita dei territori, nell’azione amministrativa e istituzionale, per decifrare e monitorare il disagio sociale e coordinare le strategie assistenziali e terapeutiche di tutti gli attori sociosanitari.

Ed è dalla Campania quindi che emerge forte e chiara la necessità di garantire una presenza unitaria ed istituzionale della figura professionale del sociologo, che consenta di confrontarsi e proporsi come soggetto scientifico partner alle istituzioni pubbliche ed ai soggetti dello sviluppo imprenditoriale per scelte e soluzioni innovative che abbiano la qualità di essere indirizzate verso obiettivi strutturali anche a medio e lungo periodo, con benefici per tutto il Paese, di valenza duratura e progressiva.

Tali obiettivi, oggettivamente indispensabili non solo per i professionisti, ma soprattutto per la società in cui operano, possono essere raggiunti solo con l’istituzione dell’Ordine dei Sociologi e del correlato Albo professionale, che questo comitato propugna e sosterrà professionisti del settore a unirsi a noi in questa nuova e importante avventura, per costruire insieme un futuro più equo e consapevole.

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